Elogio dell'illuminismo (contro le numerose consorterie fotofobe...)

"Il rischiaramento, vale a dire quel tanto di conoscenza che è necessario per poter sempre e ovunque distinguere tra il vero e il falso, deve dunque estendersi, senza eccezione, a tutti gli oggetti ai quali può estendersi, ovvero a tutto ciò che è visibile all'occhio esteriore e interiore.

Esiste però gente che nella sua attività viene disturbata non appena sopraggiunge la luce, gente che non può agire altrimenti che al buio, o almeno in una luce crepuscolare. Chi ad esempio vuole spacciarci nero per bianco, o pagarci in moneta falsa, o farci apparire degli spiriti, o chi  (di per sé cosa del tutto innocua) va volentieri a caccia di grilli, o costruisce castelli in aria o fa viaggi nel paese di cuccagna  o verso le isole felici: costui ovviamente non può farlo nella viva luce del sole così bene come di notte o al chiar di luna o in un chiaroscuro opportunamente da lui fabbricato. Tutte queste brave persone sono dunque altrettanto nemiche naturali del rischiaramento, e mai e poi mai si lasceranno persuadere che una luce vada diffusa  su tutti gli oggetti che mediante essa possono diventare visibili."

(Christoph Martin Wieland, 1789, in Immanuel Kant, Che cos'è l'illuminismo? con altri testi e risposte di Erhard, Forster, Hamann, Herder, Laukhard, Lessing, Mendelssohn, Riem, Schiller, Wedekind, Wieland. A cura di Nicolao Merker, Editori Riuniti, Roma 1997, p. 78.)

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