DOTTORATO DI RICERCA IN GEOMEDICINA

SOMMARIO TESI

Nel contesto della geografia medica uno dei filoni di ricerca, quello più recente, si occupa di strutture sanitarie.

Oltre all’epidemiologia, che tratta delle modalità di insorgenza e di diffusione delle malattie, per lo studio di tali strutture può essere utile anche un approccio non solo di tipo sanitario ma anche amministrativo basato sulle cosiddette Schede di Dimissione Ospedaliera. Le SDO permettono di prendere in considerazione i rapporti di circolazione che si possono stabilire, in un dato territorio, tra gli individui, residenti e non, iscritti e non iscritti al competente servizio sanitario, ed i luoghi di produzione ospedaliera.

La mobilità sanitaria transfrontaliera è sempre più un tema molto sentito a livello comunitario per due importanti questioni.

La prima: se i volumi quantitativi della mobilità sanitaria a livello comunitario sono ancora un’incognita, quelli relativi alla loro spesa segnalano un fenomeno dimensionalmente ancora limitato ma che in un prossimo futuro, sulla scia della relativamente recente liberalizzazione sanitaria europea, potrebbe crescere.

In tal caso, sarebbe messa a rischio la sostenibilità finanziaria dei sistemi sanitari nazionali soprattutto, ma non solo, dei Paesi “esportatori” di pazienti, costretti, loro malgrado, a rifondere il costo dei trattamenti medici usufruiti all’estero dai propri cittadini, nonostante, magari, gli stessi trattamenti fossero disponibili nello stesso “Paese” esportatore.

La seconda: senza l’intento di voler armonizzare i sistemi sanitari nazionali, i quali rimangono sotto la responsabilità delle singole politiche sociali dei Paesi membri, nell’UE si è convenuto che i sistemi sanitari devono comunque essere caratterizzati da valori condivisi quali l’universalità, l’equità, la solidarietà e l’accessibilità a cure di buona qualità. Perché ciò possa avvenire in costanza di un’indefettibile sostenibilità finanziaria e quindi nel rispetto soprattutto della solidarietà, anche per evitare la summenzionata emorragia di pazienti, il cui contro-altare sarebbe un deficit di accessibilità nei Paesi “riceventi”, è necessaria l’implementazione da parte di tutti gli Stati membri di una serie di “principi operativi”. Ciò, anche, perché i cittadini UE si aspettano che tali presupposti vigano in qualsiasi altro sistema sanitario nazionale: qualità e sicurezza delle cure, assistenza basata sulle prove ed etica, coinvolgimento del paziente. Risarcimento dei danni e riservatezza dei dati.

Anche per risolvere tali questioni il “Gruppo ad alto livello sui servizi sanitari” ha individuato settori nei quali le economie di scala derivanti da un’azione coordinata fra gli Stati membri possono apportare valore aggiunto a tutti i sistemi sanitari nazionali: i settori coinvolti potrebbero essere la programmazione congiunta, l’adeguamento o il riconoscimento reciproco di procedure standard, l’interoperabilità dei rispettivi sistemi informatici e di comunicazione, meccanismi pratici che garantiscano la continuità delle cure o facilitino la prestazione transfrontaliera, temporanea o occasionale, di assistenza sanitaria da parte di professionisti della sanità.

Uno degli studi più significativi con riguardo alla mobilità sanitaria (Patient mobility in the European Union – learning by experience) ha concentrato la propria analisi (2000/2003) con riferimento a nove realtà territoriali comunitarie, quasi tutte aventi caratteristiche di regioni frontaliere.

La presente ricerca si pone l’obiettivo di studiare alcuni aspetti della mobilità sanitaria in una piccola area europea e più esattamente nell’ambito di una regione transfrontaliera quale quella italo-slovena, comprendente la Slovenia stessa ed il Friuli Venezia Giulia, già oggetto dello studio citato.

Infatti, la collaborazione medica è materia rilevante nel contesto delle relazioni transfrontaliere e il suo incremento consente di monitorare il superamento del confine. Partendo dalle risultanze del predetto quadriennio si è cercato di verificare se successivamente, all’indomani dell’adesione della Repubblica di Slovenia all’Unione Europea (2004), vi sia stata una modifica nelle dinamiche transfrontaliere di ricovero ospedaliero.

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THESIS ABSTRACT

The latest current in context of geomedicine covers health facilities.

In addition to epidemiology which deals with beginning and outbreak ways of diseases, an approach not only sanitary but as well HRS-based administrative can be used for surveying those facilities. The HRS (Hospital Release File, see acronym list) enable to take account of flow relationships which can set up each other over a certain area between individuals, dwellers and not, enrolled and not enrolled at national health system, and places of hospital output.

At EC level the cross-border health mobility is more and more a greatly profound topic as a consequence of two outstanding issues.

The first one: if quantitative sizes of health mobility at EC-wide are unknown element, for the moment their volumes of charge show a phenomenon still limited but in the future which could increase, slipstreaming relatively recent European health deregulation.

In that event, financial sustainability of national health systems would be jeopardized, above all, but not only, with reference to Member States that "export" patients and are obliged to pay the citizens’ costs of treatment in other States, notwithstanding the same treatments even were available inside.

The second one: without a view to harmonize national health systems, which are responsible of their own sanitary policies, at EC level it has been agreed that health systems have to be characterized by sharing values such as universality, equality, solidarity and accessibility to high quality health care. To reach this goal in front of an unfailing financial sustainability and thus above all in obedience to solidarity, to avoid aforesaid loss of patients too, whose foil would be an accessibility deficit in “receiving” Countries, it is required that all Member States carry out a set of functional principles. That because EC citizens expect they are effective in every national health systems: quality and safety cares, proofs-based and ethics-based service, patients’ involvement, compensation for damage and privacy.

In the patient mobility reflection process, health ministers and other stakeholders (Health System High Level Group1) identified areas where the economies of scale of coordinated action between all Member States can bring added value to national health systems. This may concern joint planning, mutual recognition or adaptation of procedures or standards, interoperability of respective national information and communication technology systems, practical mechanisms to ensure continuity of care or practical facilitating of crossborder provision of healthcare by health professionals on a temporary or occasional basis.

One of more significant studies regarding health mobility (Patient mobility in the European Union – learning by experience) devotes its own dissection (2000/2003) with reference to nine community territorial reality, nearly everything having peculiarity of transborder regions.

The present one sets itself as target to look into some health mobility angles in a small European area and strictly within a transborder region such as that italo– slovene, comprising the same Slovenia and Friuli Venezia Giulia, already objective in above-mentioned study.

Really, medical collaboration is relevant matter within the ambit of cross-border relations and its increase enables getting throw the border.

Starting from findings of above-said quadriennium the thesis seeks to verify if later, because of Slovenian accession to European Union (2004), changes have been inside cross-border dynamics of hospitalizations.

 

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