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Rodolfo Zucco (Feltre, 1966) si è formato nell’Istituto di filologia neolatina dell’Università di Padova, dove si è laureato in Stilistica e metrica italiana con Fernando Bandini nel 1991 e addottorato in Filologia romanza e italiana nel 1996, sotto la guida dello stesso Bandini e di Pier Vincenzo Mengaldo. Ha quindi tenuto dei seminari all’Istituto Universitario di Lingue Moderne di Feltre negli a.a. 1997-98 e 1998-99. È stato Oberassistent di Letteratura italiana e di Linguistica italiana presso l’Università di Basilea dal 2000 al 2005. Dall’ottobre 2005 lavora come ricercatore di Linguistica italiana (settore scientifico-disciplinare L-FIL-LET/12) presso l’Università degli Studi di Udine: dapprima nella Facoltà di Scienze della Formazione (Dipartimento di Italianistica), quindi nel Dipartimento di Studi Umanistici (DSTU) e ora nel Dipartimento di Studi Umanistici e del Patrimonio Culturale (DIUM). È membro del CIP (Centro Internazionale sul Plurilinguismo) dell’Università degli Studi di Udine. È redattore della rivista «Stilistica e metrica italiana» e fa parte del comitato scientifico della collana «Letteratura italiana – Edizioni e ricerche oltreconfine» dell’editore Arcipelago (Milano).
Le aree principali in cui si svolge la sua ricerca – la poesia del secondo Novecento e quella del Settecento – sono naturali espansioni degli argomenti trattati, rispettivamente, nella tesi di laurea e in quella di dottorato. Dalla prima, sulla metrica di Giovanni Giudici, sono discesi una dozzina di saggi, la curatela dell’opera poetica completa (I versi della vita, Milano Mondadori, 2000 e 20082) e il volumetto Teatro del perdono (Feltre, Agorà, 2008). Altre insistenze riguardano la poesia di Vittorio Sereni, di Giorgio Caproni e di Eugenio De Signoribus (una raccolta di saggi dedicata a questo poeta è in corso di stampa presso l’editore Arcipelago di Milano), e in particolare quella di Giovanni Raboni, anch’essa fatta oggetto di numerosi studi, introdotta e interamente commentata nell’edizione dell’opera completa (L’opera poetica, Milano, Mondadori, 2006) e infine curata nell’edizione di Tutte le poesie 1949-2004 (Torino, Einaudi, 2014). Altri saggi e interventi ha dedicato a Montale, Marin, Neri, Dal Fabbro, Bandini, Insana, Viviani, Citton, Zanzotto, Benzoni, Ceriani, Hindermann, Cergoly, Pascutto, Volponi, Luzzi, Cecchinel, Magrelli, Trimeri: indagati in qualche caso anche come traduttori di poesia, e con particolare attenzione alle forme di implicazione tra prosa e scrittura in versi. Una raccolta (assai parziale) di questi saggi è uscita nel maggio 2013: Gli ospiti discreti. Nove studi su poeti italiani (1936-2000), Torino, Nino Aragno.
Dalla tesi di dottorato deriva il volume Istituti metrici del Settecento. L’ode e la canzonetta (Genova, Name, 2001), preceduto e seguito una serie di saggi sulla metrica e in genere gli aspetti formali della poesia del Settecento. Si segnalano in particolare i saggi sulle forme della poesia di imitazione oraziana, sulla polimetria dell’Ossian cesarottiano, sull’eredità del Metastasio nella poesia dell’Ottocento, sulla costruzione del libro poetico in Rolli, Frugoni e Foscolo, e da ultimo un saggio sulle Anacreontiche a Irene del Vittorelli («Atti dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti», clxvii, 2008-2009, classe di scienze morali, lettere ed arti, fasc. i-ii, pp. 125-174), saggio che ha l’ambizione di prefigurare un’edizione futura del fortunato libretto del bassanese.
Lavora attualmente alla curatela dell’edizione delle Poesie (1953-2012) per un «Oscar» Mondadori di cui è prevista la pubblicazione nel 2017.